Si tratta di un dolce tipico sardo molto noto (che viene servito a fine pasto come dessert)..la ricetta che mi accingo a postare non è quella originale in quanto questa specialità è originaria della zona del nuorese, dove vengono preparate le migliori sebadas mai mangiate in vita mia.
Questa ricetta appartiene a mia nonna (che a Gennaio compirà 95 anni) e tempo fa le fu trasmessa da una sua amica originaria della Gallura (zona nord Sardegna, provincia di Sassari) la quale le prepara secondo questa modalità..sono veramente buonissime e piacciono sempre a tutti . La ricetta prevede una pasta preparata con farina di semola, un pò di strutto, tuorlo e pochissima acqua (in quanto l'impasto deve risultare duro) ripiena di fette di provola (fatte insaporire precedentemente in latte fresco intero e scorza grattugiata di limone), fritta e poi ripassata in un padellino nel quale avremo fatto andare in ebollizione acqua e miele..
le sebadas o seadas (pare che il nome cambi a secondo della zona della Sardegna) devono essere servite immediatamente in quanto il formaggio deve tassativamente filare.
Dicevo che questa non è la ricetta originale in quanto tale specialità è originaria della zona del nuorese dove vengono preparate secondo un' altra modalità e risultano decisamente migliori. Io ho avuto modo di assaggiarle e devo dire che se non le avessi mai conosciute avrei continuato a considerare migliori quelle preparate secondo la ricetta di mia nonna ma ho avuto la fortuna che mia nonna stessa avesse un'altra amica (con la quale si vedono e si sentono ancora) originaria invece di un paesino di montagna in provincia di Nuoro.
Dal momento che periodicamente torna al suo paese dove vivono i suoi parenti spesso porta a mia nonna il pane carasau preparato artigianalmente, talvolta ricotta di pecora e una volta portò (e questo non lo posso dimenticare) le sebadas preparate nel suo paese: già l'aspetto era assai differente: molto più grandi rispetto quelle di mia nonna (che pure non sono piccole, ma quelle erano enormi), la pasta più spessa ma soprattutto ciò che faceva la differenza era il tipo di ripieno utilizzato: un formaggio 'non lavorato' (così mi spiegò l'amica di mia nonna) che trovavi solo dal pastore. Una volta fritte erano una meraviglia: il formaggio occupava tutta la superficie interna della sebadas era abbondantissimo e arrivava in tutti i punti e anche il sapore era migliore.
Perchè allora non posto quelle sebadas e pubblico invece quelle di mia nonna pur riconoscendo che le prime sono migliori?
1) perchè questa ricetta riveste per me un valore affettivo enorme in quanto mia nonna è sempre stata solita prepararle secondo tale modalità e anche se quelle della sua amica nuorese sono più buone queste di mia nonna sono sempre molto buone e, ripeto, se non avessi mai assaggiato le prime direi ancora che quelle di mia nonna sono le migliori:)
2) perchè non sono riuscita a trovare questo tipo di formaggio quando abitavo a Cagliari in quanto pare che viene preparato su richiesta dal pastore..in città questa possibilità non c'è assolutamente...
ma ecco la ricetta alla quale sono legati tutti i miei ricordi di bambina:))
Ingredienti: (vi fornisco la dose intera ma io ne ho fatto una molto ridotta)
500 gr di farina di semola rimacinata
1 cucchiaio di strutto
1 tuorlo d'uovo
poca acqua (l'impasto dev'essere duro)
poco sale (la quantità giusta 'per fare la croce' così aveva detto mia nonna)
una provola a fettine non troppo fini (utilizzatene una di ottima qualità. Abitando ormai in Sicilia nella zona del ragusano ho impiegato quella di masseria che è a livelli di eccellenza:))
latte fresco intero
scorza grattugiata di un limone grande giallo tassativamente non trattato
olio di semi di arachidi per friggere
miele e acqua q.b.
In una terrina di adeguate dimensioni versare farina, strutto e tuorlo.
amalgamare bene il tutto...intiepidire nel fornello (all'interno di un pentolino) poca acqua e farvi sciogliere poco sale. Spegnere e fare raffreddare. Unire a poco a poco l'acqua all'impasto (considerare che questo deve risultare duro).
A questo punto lavorarlo nella tavola di legno infarinata o nel marmo (sempre infarinato) per amalgamarlo ulteriormente e suddividerlo in vari pezzi ognuno dei quali andrà spianato con il mattarello e passato nella macchinetta per tirare la pasta ( coprire i pezzi d'impasto in attesa con la pellicola trasparente o con un canovaccio in modo che non si secchino a contatto con l'aria) ricavando così tante sfoglie....
dapprima lo passiamo 2 volte al livello della macchinetta che ci consente di ottenere uno spessore maggiore (nella vecchia Imperia è 1, in quella moderna nuova è 6).
Quindi (considerando la macchinetta che aveva mia nonna, cioè quella vecchia a manovella) lo passeremo due volte al livello 1, due volte al livello 2, due volte al livello 3, una o due volte al livello 4 e una volta al livello 5.
Dal omento che con la macchinetta nuova dell'Imperia (che ho io) il livello 1 ci consente di ottenere sfoglie fini tipo ostia ho preferito passarle due volte al livello due (che sarebbe il penultimo) in quanto se fossi arrivata al livello uno le sfoglie sarebbero state troppo, eccessivamente sottili, le sebadas si sarebbero sicuramente aperte e non avrebbero retto.
Prima di iniziare a passare le parti d'impasto nella macchinetta tagliare la provola a fette (private della buccia) non troppo sottili e immergerle in una ciotola larga dai bordi rialzati nella quale è stato versato il latte fresco e la scorza grattugiata del limone.
Ora prendiamo le sfoglie preparate (avere l'accortezza di coprire quelle in attesa con la pellicola trasparente in modo che a contatto con l'aria non si asciughino).
Premere in modo non eccessivo una scodella su di essa in modo da lasciare un segno visibile come in foto.
Al centro di ognuno di questi segni visibili disporre il formaggio (fatto precedentemente scolare in uno scolapasta). Io poi ne ho aggiunto un altro pò a pezzi senza arrivare vicino ai bordi ma lasciando una certa distanza..le fette devono essere non troppo sottili.
Prendere un'altra sfoglia e adagiarla sopra quella precedente (dove abbiamo sistemato il formaggio).
Delimitare il mucchietto di formaggio coperto dalla sfoglia con le mani così da fare uscire eventuale aria.
Se dovesse rimanere un pò d'aria bucare con una spilla.
A questo punto riprendere la scodella (quella utilizzata precedentemente per tracciare nella sfoglia i segni visibili). Posata in corrispondenza di tali segni visibili, schiacciare bene e passarci tutt'attorno l'apposita rotellina dentata.
Posare ogni sebada preparata su un telo di cotone abbondantemente spolverizzato di farina di semola rimacinata.
Versare abbondante olio di semi di arachidi in un tegame , accendere il gas (fiamma medio bassa) quando è pronto (non dev'essere troppo caldo altrimenti le sebadas bruciano) friggerle da ambo i lati finchè non saranno appena dorate (qui è ancora palliduccia ancora deve dorare:)).
Nel frattempo in un altro pentolino avremo versato del miele e dell'acqua e avremo portato il composto a ebollizione.
Scolare la sebada (ormai appena dorata, qui si vede un pò meglio) e passarla nel pentolino con il composto di miele e acqua in ebollizione in modo che si impregni dello stesso da ambo i lati.
Le sebadas possono essere conservate in freezer (durano anche un anno). Prima di essere conservate in freezer si fanno riposare in frigo finchè non avranno iniziato ad asciugare, quindi si riporranno in una scatola di latta ponendo della carta forno tra uno strato e l'altro.
Come sempre le foto non rendono affatto, le mie sebadas non sono perfette come quelle di mia nonna!!! Ma la ricetta è la sua, l'avevo appuntata anni fa quando ancora vivevo in Sardegna e le preparavo insieme a lei:))