martedì 12 aprile 2016

Scaccia ragusana ricotta e salsiccia






Dopo la parentesi sarda torno in Sicilia con una ricetta tipica della zona del ragusano, dove risiedo da ormai quasi sei anni (da quando, come tantissime di voi sanno, mi sono sposata:).
Nel mio blog ho dedicato un'apposita etichetta a tale specialità, tipica, come appena scritto, del ragusano e sconosciuta nelle altre province della stessa isola. Questa è costituita da innumerevoli, favolose e sfiziosissime varianti, una più buona dell'altra e con ripieni sempre differenti e gustosissimi sia che si tratti di verdure (melanzane, broccoli, spinaci, patacche, carciofi, prezzemolo..ecc..), di carne (pollo, tacchino, agnello..) sia di pesce (seppie, palombo, baccalà ecc...), sia a base di ricotta (rigorosamente e tassativamente ragusana di masseria altrimenti il risultato non sarebbe lo stesso!)abbinata alla cipolla, alle fave fresche, alla salsiccia...i risultati sono notevoli, il gusto unico e speciale... e spesso direttamente legato alla qualità della materia prima utilizzata che  fa davvero la differenza (la ricotta ragusana di masseria per quanto riguarda tutte le scaccie a base di ricotta, il caciocavallo ragusano in altre, la provola ragusana di masseria nella scaccia pomodoro e formaggio...e, tanto per fare un esempio relativo alle scaccie  a base di verdura,  i broccoli siciliani verdi o viola in quelle con i broccoli..) oltre alla combinazione di sapori che insieme stanno divinamente, al condimento utilizzato..insomma, tutta una serie di fattori coordinati tra loro fanno si che il prodotto finale sia di una bontà unica:)).
Come ben sapete sono nata, cresciuta e vissuta in Sardegna fino all'età di 31 anni: mia madre è sarda ma mio padre è siciliano. Tutte le Estati, fin dall'età di 1 anno, venivamo qui in vacanza in quanto mio padre è sempre stato molto affezionato alla sua terra della quale conserva tanti ricordi. In conseguenza a ciò, nel tempo, ho appreso anche i piatti tradizionali di quest'isola, e le scaccie ragusane occupano un posto davvero speciale:)).
Ripeto, nel mio blog ho dedicato un'etichetta apposita alle scacce, che racchiude tutte quelle pubblicate e dai ripieni più svariati ma  aventi come comune denominatore la bontà:). Qualcuna ancora manca all'elenco, spero con il tempo di poterlo finalmente completare!
Per quanto riguarda la ricotta ragusana di masseria ho dedicato ad essa un post apposito nel quale potete visualizzare tutte le foto relative a questa preparazione, scattate in diretta in una masseria di campagna con tanto di spiegazione di ogni fase..per vederlo cliccate qui
Una preparazione artigianale  ancora presente  in questa provincia e un prodotto sublime (di facilissima reperibilità poichè dalle masserie di campagna viene portato,direttamente dal massaro, caldo caldo e appena fatto, nelle botteghe, dal fruttivendolo, in macelleria e anche nei supermercati. Il suo costo è inoltre davvero irrisorio) che rende speciale qualsiasi tipo di ricetta ma che è divina anche consumata da sola, a cucchiaiate,magari accompagnata con pezzi di pane casareccio aggiunti in mezzo (a chi piace, io la preferisco da sola) ancora calda con tutto il siero sotto come è consuetudine in queste zone:).
Ma ecco finalmente la ricetta:

Ingredienti (dose per due scacce circa ma nelle foto vedrete una quantità maggiore d'impasto perchè ho preparato anche quella con i carciofi, già postata nel blog;)

300 gr crca di farina di semola rimacinata
olio extravergine d'oliva (50 gr per ogni kg di farina, io ne avrò messo circa 15 gr..)
acqua q.b. ad ottenere un impasto non troppo molle nè troppo duro
sale fino (per questa quantità di farina 1 cucchiaino da tè più un altro pochino)
poco più di un quarto di cubetto di lievito di birra fresco

Ripieno:

due vaschette da 500 gr di ricotta ragusana di masseria fatta scolare almeno due giorni in frigo in modo che si asciughi più possibile e perda gran parte (meglio tutto) del suo siero. Se troppo fresca, essendo cremosissima e ricca di siero farà inesorabilmente aprire le scaccie e il risultato estetico non sarà bellissimo (ma il sapore sempre ottimo). Considerate che c'è chi mette meno condimento, a me piace sempre abbondare! Voi agite secondo il vostro gusto personale;) . Questo ingrediente è assolutamente tassativo
ricotta di masseria mangiata appena fatta, nella ciotola tradizionale di terracotta con tutto il siero


questa è la ricotta di masseria  fatta scolare dal siero
salsiccia ragusana (quantità che vedete in foto). Altro ingrediente tassativo..ha un sapore che si abbina divinamente a questa ricotta
come scritto anche a proposito di quest'ultima, c'è chi ne mette di meno..voi agite anche qui secondo il vostro gusto personale!

Operazione preliminare è preparare l'impasto della scaccia:

Mettere la farina in una terrina (o nel piano da lavoro) e unirvi l 'olio, il lievito sciolto in pochissima acqua appena intiepidita, unire ora a poco a poco altra acqua e il sale.



L'acqua dev'essere in quantità necessaria a creare un impasto nè troppo molle nè troppo duro, quindi va aggiunta poco per volta. Lavorare bene il composto fino ad ottenere un impasto liscio e bello omogeneo.



Quando è pronto conferirgli la forma di una palla, fare una croce sopra con il coltello e fare lievitare dentro una ciotola ben coperto in luogo lontano dalle correnti (io in genere lo metto dentro il forno spento) per circa 1 oretta o tre quarti d'ora (i tempi di lievitazione sono inferiori a quelli della pizza), quando sarà pronta,  la croce   incisa con il coltello sopra la pasta si dovrebbe spaccare...



Dividere l'impasto in due parti (nelle foto è più di 300 gr in quanto avevo fatto anche la scaccia con i carciofi). Fare la forma di una pallina e stendere l'impasto con il mattarello conferendo una forma circolare.Lo spessore dev'essere fine ma non eccessivamente (meno fine di quello della scaccia pomodoro e formaggio).



In una ciotola avremo intanto lavorato con il cucchiaio la ricotta fatta scolare in frigo per almeno due giorni...
stenderla abbondantemente nella sfoglia stesa e distribuirvi sopra la salsiccia privata del budello e sbriciolata (io ho anche eliminato un pò del grasso in eccesso).



A questo punto sollevare le estremità laterali e portarle verso il centro come in foto


Ora stendere la ricotta e la salsiccia anche nelle due pieghe laterali come in foto...


Piegare l'estremità inferiore della scaccia  come vedete in foto...


Ora piegate l'estremità superiore come in foto...


 Adagiare le scaccie in una teglia con carta forno (un consiglio, se avete difficoltà nel maneggiarle in quanto troppo piene , una volta stesa la sfoglia, prima di distribuire il condimento, adagiare un pezzo di carta forno tagliato su misura e lasciarlo fino alla fine. Al momento di prendere la scaccia per riporla nella teglia basterà sollevare i lembi della carta forno e la scaccia non si rovinerà affatto;)

Cuocere in forno preriscaldato, se a gas ventilato a 200° , se elettrico con ventilazione sopra e sotto nella griglia inferiore a 180° finchè sia il fondo che la superficie sono belli dorati.
Appena sfornate coprirle con uno scootex e sopra di esso sistemare un canovaccio da cucina pulito (procedimento che troviamo in tutte le scaccie finalizzato a preservarne la morbidezza) finchè si intiepidiscono.







Con questa ricetta partecipo al contest di Sabrina in Cucina 'festeggia con me'
 https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm8Be6eeVWCBH9yw-XvZEbWUlumisDSScNgI7O_TIOKGxE_a315hrIuwnHSleEOHUC71Gx0xOdptp_Qvtn4vxYJ67hOQ0e8MqZ5_wR2s3ZhX3QbSUgNogQqRbvsjYWomdiDLvimA2tYQk/s320/CONTEST+FESTEGGIA+CON+ME.jpg



mercoledì 6 aprile 2016

I granchi




Titolo essenziale, senza alcun fronzolo che preannuncia una ricetta della medesima natura.
Anche questa è stata realizzata in occasione dell'ultima e recente permanenza in Sardegna, più che una ricetta rappresenta un modo di cucinare e condire i granchi, tipico della cucina sarda (o perlomeno cagliaritana) di mare.
Una preparazione molto spartana, essenziale , dove l'elemento fondamentale, direi tassativo è la presenza di una materia prima più che freschissima ...VIVA....sicuramente la modalità di cottura impressionerà tantissime di voi, in quanto senza ombra di dubbio verrà considerata cruenta.
Ma la ricetta tradizionale, alla quale mi sono attenuta prevede questo, e tutti, a Cagliari, cucinano i granchi in tale modo (anche perchè, come mostrano alcune foto che ho caricato, vengono venduti vivi!)..da morti non sarebbe possibile in quanto non è la stessa cosa, anzi, mi hanno detto che addirittura farebbero odore, puzzerebbero..e in conseguenza a ciò il piatto non risulterebbe buono.
La ricetta in questione riveste per me un certo valore affettivo in quanto mia madre era solita prepararla soprattutto molti anni fa, quando ero piccola......la propongo sicuramente a titolo di curiosità in quanto parto già dal presupposto che si tratta per la maggior parte di voi di una preparazione troppo impressionante...


Ingredienti:

800 gr (nel mio caso, le dosi ovviamente sono ad occhio) di granchi femmina vivi e freschissimi. Pare che questa qualità sia la migliore..i maschi sono più scuri e un pò meno pregiati, le femmine più chiare e più buone:)
acqua abbondante per bollirli
sale grosso
olio extravergine d'oliva e aceto (o succo di limone, ma mia madre utilizza l'aceto e il risultato è migliore;) abbondanti per condirli bene

Acquistare i granchi ancora vivi (a Cagliari si possono trovare sempre e facilmente al mercato civico del pesce, che tra l'altro si trova vicino casa dei miei:). Carico qualche foto per rendere l'idea..se volete potete ingrandirle...



Arrivati a casa mettere nel fuoco abbondante acqua salata q.b con il sale grosso e unire a crudo i granchi ancora vivi


Coprire con il coperchio, accendere il gas e, quando raggiunge il bollore contare 3\4 minuti...


a questo punto spegnere,scolarli nell'apposito attrezzo che vedete in foto e farli raffreddare.


Eliminare le chele tirandole verso di noi in modo deciso...


e anche le zampette, sempre nel medesimo modo..




sia le zampe che le chele possiedono polpa al loro interno..e si potrebbero  mangiare, mia madre però non le aggiunge nell'insalata di granchio..volendo si possono però consumare a parte;).
Ora aprire ogni granchio a metà sollevando la parte rossa posteriore del granchio in modo che lo stesso si possa aprire in due parti che si staccano come vedete in foto...



All'interno sono visibili la polpa (molto scarsa ma gustosa..la VERA POLPA DI GRANCHIO!) e anche le uova...
Sistemare il tutto in una ciotola




 e condire con un'emulsione realizzata con olio extravergine d'oliva e aceto abbondanti (o succo di limone, ma con il primo il risultato è migliore;). Farli insaporire diverse ore a temperatura ambiente mescolando di tanto in tanto così da garantire la distribuzione uniforme del condimento......devono essere ben conditi, ben intrisi con il sughetto..ovviamente si mangiano con le mani, senza coltelli e forchette, consumando quel pò di polpa che troviamo (non è tantissima...),e, se femmine, anche le uova ..


Particolare del sughetto abbondante sottostante....



Mi rendo conto che la ricetta in questione risulta impressionante per la maggior parte di voi, io ho deciso di postarla sia perchè si tratta di una ricetta tradizionale di famiglia e come avete notato nel mio blog questa tipologia di ricette occupa un posto di rilievo, e sia perchè mia madre era solita prepararla fin da quando ero piccola e quindi riveste per me un certo valore affettivo e ad essa sono legati tanti ricordi anche relativi ai pranzi che in passato si tenevano in occasione delle grandi festività nei quali erano sempre presenti  i miei nonni che purtroppo non ci sono più......
infine, e motivo non meno importante, ho deciso di pubblicarla in quanto ho pensato che in fondo potrebbe interessare poichè si tratta di una ricetta tipica regionale, quindi a titolo puramente di mera curiosità:))

martedì 29 marzo 2016

Culurgiones ogliastrini




Sono appena tornata dalla Sardegna, dove ho trascorso un periodo (compresa la Pasqua) in compagnia dei miei. Quest'anno mancava una persona molto importante, scomparsa mesi fa: si tratta di mia nonna alla quale sono sempre stata legatissima e della quale conservo, nel mio cuore, innumerevoli ricordi, molti dei quali risalenti alla mia infanzia ma non solo. Una persona che mi ha insegnato tantissimo,alla quale sono e sarò sempre riconoscente e che continuerà a vivere sempre nel mio cuore...............

Prima di scrivere la ricetta volevo ringraziare di cuore tutte le amiche che hanno lasciato un commento e gli auguri di Buona Pasqua e che non ho fatto in tempo a salutare, grazie infinite a tutte, e, sebbene con incredibile ritardo, ricambio gli auguri, passerò man mano a salutarvi nei vostri blog:))).
Ancora grazie mille, non immaginate quanto mi faccia piacere leggere i vostri commenti:))).

La ricetta che mi accingo a postare appartiene ad una carissima amica dei miei zii, originaria della provincia di Nuoro ma da anni residente a Cagliari. Si tratta di una ricetta di famiglia, tramandatale, a sua volta dalla madre e dalle zie. Da anni desideravo apprendere questa preparazione, tipica della Sardegna, ma, più nello specifico dell'Ogliastra (zona situata nella parte centro orientale dell'isola, affacciata a sud est sul mar Tirreno e confinante a nord ovest con la provincia di Nuoro e a sud ovest con quella di Cagliari). In occasione dell'ultima e recentissima permanenza in Sardegna ho voluto apprendere la ricetta in questione direttamente dall'amica dei miei zii, la quale è stata estremamente gentile e mi ha svelato tutti i segreti per una sua perfetta riuscita.
La difficoltà di questa preparazione sta esclusivamente, a mio giudizio, nel riuscire ad effettuare la caratteristica chiusura 'a spiga' in quanto l'impasto e il ripieno sono di una semplicità estrema.
Considerato questo è di importanza fondamentale assistere in diretta all'operazione in quanto solo così è possibile apprendere al meglio la tecnica (più difficile a dirsi che a farsi...infatti dopo i primi culurgiones inguardabili sono riuscita ad apprendere abbastanza bene la modalità..purtroppo dalle foto non riuscirete a capire il sistema..tuttavia mi è stato detto che è possibile realizzare i culurgiones anche a forma di raviolo, il sapore non cambia  affatto...la classica forma con la chiusura a spiga garantisce però un risultato estetico più particolare e attinente alla ricetta originaria).
Non avendo la possibilità di realizzare video (sicuramente più chiari di una mera spiegazione e anche secondo me delle foto, che si sono rivelate purtroppo incomprensibili) vi rimanderò ad un video trovato sul web che sicuramente renderà almeno l'idea della tecnica da utilizzare per effettuare la classica chiusura a spiga dei culurgiones.
Ma cosa sono i culurgiones? Si tratta, come appena detto, di una specialità tipica dell'Ogliastra ma che è possibile reperire, qui in Sardegna, in tutti i supermercati e in molti panifici, consistente in una sorta di raviolo dalla forma particolare  (il ripieno, a base di patate e formaggio viene posto all'interno di un disco ovale di pasta che poi viene piegato a mezzaluna e sigillato con la classica chiusura a spiga).Pare che a seconda del paese in cui vengono prodotti vi sono delle varianti per quanto riguarda il ripieno utilizzato: in questo caso specifico, essendo la ricetta proveniente da Loceri, il ripieno è a base di patate, formaggio (pare il più delle volte il tradizionale casu axedu), aglio (utilizzato per insaporire l'olio) e menta (che io non ho messo in quanto in tale preparazione non la amo particolarmente). Ma esistono versioni che prevedono una quantità maggiore di formaggio rispetto alle patate, altre solo formaggio, altre ancora solo patate e cipolle abbondanti soffritte nell'olio. Il comune denominatore è la classica chiusura a spiga, ma in  alcuni comuni questa viene abbandonata per la più semplice chiusura a raviolo.
L'impasto è realizzato con: farina di semola rimacinata, acqua tiepida (nella quale sarà stato sciolto un pò di sale, non troppo, in quanto i culurgiones andranno lessati in abbondante acqua salata) e un pò di olio extravergine d'oliva. In questo modo il risultato sarà veramente leggero in quanto non vi sono le uova.Per quanto riguarda il ripieno le patate vengono lessate (io 10 minuti con la buccia in pentola a pressione)quindi sbucciate benissimo e passate almeno un paio di volte nello schiacciapatate, ancora calde. L'amica dei miei zii racconta che anticamente, quando non si avevano a disposizione strumenti adeguati si procedeva a schiacciare le patate, ancora calde, dopo averle ovviamente sbucciate, con il mortaio di marmo fino a renderle a crema e finchè il composto non risultava compatto al punto da staccarsi dalle pareti dello stesso mortaio. Tale compito era delegato agli uomini, e infatti, nello specifico, se ne occupava il padre dell'amica dei miei zii.
A queste venivano aggiunti ingredienti reperibili in loco, legati ad un'economia di tipo agro pastorale come ad esempio il pecorino (ma spesso anche su casu axedu), che, a piacere, può essere semistagionato o stagionato (o entrambi, mischiati tra loro) e un grasso detto 'su seu', ovvero grasso di vitello o manzo fresco, oppure lo strutto di maiale. Oggi è consuetudine invece sostituirli con l'olio extravergine d'oliva (l'amica dei miei zii utilizza metà olio e metà burro) insaporito appena dall'aglio (il quale viene fatto rosolare nello stesso ma non troppo cosicchè abbia modo di insaporire l'olio, o, come nel caso della ricetta che sto per esporre, la miscela di burro e olio). A questo composto viene poi aggiunto lo zucchero ed eventualmente, se necessario, il sale. La ricetta in questione prevederebbe anche la presenza della menta fresca (quantità a piacere) ma io non amo particolarmente la presenza di tale aroma in questa preparazione, quindi l'ho omessa. Se a voi piace potete tranquillamente aggiungerla. Tassativo è preparare il ripieno il giorno prima e conservarlo (una volta completamente freddo) coperto in frigo. Questo non solo perchè il tutto abbia modo di insaporirsi ma anche di raffreddarsi bene. Appena tolto dal frigo noteremo la sua estrema compattezza: ma una volta raggiunta la temperatura ambiente si ammorbidisce di nuovo.
Intanto avremo già preparato l'impasto e avremo ottenuto un composto tendenzialmente duro (ma non eccessivamente) con il quale prepareremo i culurgiones..
ma ecco finalmente la ricetta;)

Ingredienti: (dose per circa 80 culurgiones)

un coppapasta ovale non grande nè troppo piccolo (si può utilizzare anche uno tondo ma pare vengano allungati come un fico)

per il ripieno:

1 kg e mezzo di patate
400\ 500 gr di pecorino semistagionato saporito (non acquistarlo già grattugiato ma è preferibile comprare un pezzo di forma e grattugiarlo noi). Io ho utilizzato metà formaggio misto di pecora e capra,semistagionato ma di consistenza fresca, circa 200 gr abbondanti , e altri abbondanti 200 gr di formaggio pecorino semistagionato)
200 gr di olio extravergine d'oliva (io, su suggerimento dell'amica dei miei zii ho fatto 100 gr di olio extravergine e 100 gr di burro. Ma a dire la verità, avendo appena 70 gr di burro ho utilizzato 70 gr di burro e 130 gr di olio extravergine d'oliva)
3 grossi spicchi d'aglio (dovete calcolare 1 spicchio d'aglio ogni 500 gr di patate)
1 cucchiaio e mezzo raso di zucchero semolato
sale fino da unire eventualmente dopo aver assaggiato alla fine il composto. Nel mio caso ne ho aggiunto appena 2 pizzichi.

Per l'impasto:

750 gr di farina di semola rimacinata
acqua q.b. ad ottenere un composto un pò duretto
1 cucchiaio circa di olio extravergine d'oliva

Per condirli: salsa realizzata soffriggendo in olio extravergine d'oliva della cipolla bianca tritata finemente. Aggiungere conserva di pomodoro fatta in casa e cuocere coperto fino ad ottenere una salsa densa ma non troppo. Correggere di sale e zucchero e quasi a fine cottura unire foglie di basilico fresco spezzettato con le mani


Operazione preliminare da compiere è preparare, il giorno prima, il ripieno dei culurgiones..
Lessare le patate (io 10 minuti in pentola a pressione con la buccia, trattandosi di patate medie, se grosse tenerle di più). Una volta pronte fare sfiatare, aprire, sbucciarle bene, passarle due volte nello schiacciapatate  facendole cadere in un'ampia terrina..


Intanto versare in un pentolino olio extravergine d'oliva, burro e 3 grossi spicchi d'aglio tritati. Non appena questi iniziano a sfrigolare spegnere e fare intiepidire. L'aglio infatti deve appena appena rosolare ma non troppo, deve solo insaporire l'olio e il burro.


Una volta tiepido si unisce piano piano, a filo, al ripieno di patate (l'amica dei miei zii non lo cola in quanto sostiene che l'aglio finisce nel fondo, io ho appurato che è così, basta unirlo lentamente e a filo).

aglio rimasto nel fondo
Amalgamare il tutto benissimo con le mani.

Aggiungere i formaggi (che avremo precedentemente grattugiato noi dopo aver acquistato il pezzo di forma necessaria alla ricetta) e amalgamare anche questi perfettamente con le mani.
il formaggio misto pecora e capra, semistagionato ma dalla consistenza  fresca

pecorino semistagionato dalla consistenza fresca

Aggiungere anche lo zucchero e amalgamarlo.
A questo punto assaggiare e, se necessario, unire un pò di sale (io ne ho aggiunto appena due pizzichi).


Fare raffreddare completamente, quindi coprire con la pellicola e conservare in frigo.
La mattina successiva preparare l'impasto: versare in una grande terrina la farina di semola rimacinata, sciogliere il sale (non troppo in quanto i culurgiones andranno cotti in abbondante acqua salata) in poca acqua tiepida, un cucchiaio di olio extravergine d'oliva e altra acqua q.b. ad ottenere un composto non troppo molle ma tendente al duretto. Non è necessario lavorarlo troppo in quanto poi utilizzeremo la macchinetta per tirare la pasta e diventerà liscissimo e omogeneo.

impasto ruvido , grezzo e tendente al duretto

impasto liscissimo (nel mio caso è stato sufficiente lavorarlo un pò con le mani prima di passarlo nella macchinetta)
A questo punto dividerlo in parti e coprire ognuno di queste con la pellicola trasparente.
Passarle man mano nella macchinetta per tirare la pasta appiattendole con il mattarello partendo dal livello che consente di ottenere uno spessore più grosso fino al penultimo. Prima di passarlo a questo chiudere la sfoglia a metà nel senso della lunghezza (per sfruttare meglio la formina ovale per ricavare i culurgiones).


A questo punto ricavare sfere ovali con l'apposito coppapasta cercando di recuperare più pasta possibile.



Dividere idealmente a metà queste e adagiare nella parte inferiore mezzo cucchiaio circa (abbondante) di ripieno.


Aggiustarlo schiacciando un pò con le dita.


Chiudere a mezzaluna e contemporaneamente sistemare il ripieno appiattendolo un pò e facendolo arrivare fino all'estremità inferiore allargandolo e non lasciando troppo spazio.



La parte superiore della mezzaluna deve avere i lembi appena liberi di ripieno (fatto salire schiacciandolo leggermente) ma non troppo, non dev'essere vuoto. Anche qui il ripieno va appiattito allargandolo e sollevandolo un pò.
Se vuoto, eseguendo la chiusura, otterremo un'antiestetica cresta.
Tenendo la mezzaluna nella mano sinistra (o destra, dipende con quale mano vi viene meglio fare la chiusura a spiga) portare con l'altra mano leggermente la parte centrale inferiore della mezzaluna in avanti (ma non troppo) e pizzicare alternativamente con pollice e indice i lembi della mezzaluna che incontriamo rimanendo comunque, mentre pizzichiamo, abbastanza in superficie e contemporaneamente portando leggermente avanti. In questo modo si viene a creare una chiusura a spiga (detta in sardo 'sa spighitta').


qui potete notare la parte centrale inferiore della mezzaluna spinta leggermente avanti..per eseguire la classica chiusura si parte da qui..... il passaggio è ancora comprensibile.

Purtroppo non avevo la possibilità di fare video, ho scattato un mare di foto mentre eseguivo la chiusura ma purtroppo nessuna di queste rendeva l'idea. Si tratta di una tecnica che si apprende esclusivamente visualizzando il tutto da una persona esperta e replicando davanti ai suo occhi, com'è accaduto per me.
Vi rimando, in considerazione di questo, ad un video trovato su youtube che spero possa rendere almeno l'idea della chiusura a spiga (per quanto vi è qualche piccola, lieve differenza con il metodo che mi è stato insegnato.).
Io posso dire di aver appreso la tecnica relativa alla chiusura dei culurgiones  solo osservando direttamente con i miei occhi e replicando davanti all'amica dei miei zii, solita a realizzarli da una vita....in conseguenza a ciò ritengo che il video possa servire piuttosto a rendere l'idea di tale procedura.

Per vedere il video cliccate qui




Disporli man mano in un vassoio coperto di carta forno e spolverizzarli con farina di semola rimacinata.



Si possono cuocere subito oppure anche il giorno dopo, l'importante è disporli tutti in un unica fila  (in modo tale da non schiacciarli) e coprirli benissimo con la pellicola trasparente. Si possono anche congelare (allo stesso modo dei ravioli di ricotta ) e cuocerli senza scongelarli.
Si lessano in abbondante acqua salata, sono pronti (sia freschi che surgelati) appena salgono a galla.
Per quanto riguarda i culurgiones congelati: al momento di cuocerli l'acqua dev'essere  bella bollente, quando li uniamo abbassiamo la fiamma (in modo che l'acqua non sia troppo in movimento in quanto si potrebbero rompere).
Scolarli benissimo uno ad uno con la schiumarola e disporli direttamente nei piatti (sotto il piatto avremo posto qualche cucchiaio di salsa di pomodoro semplice con cipolla, conserva, basilico e olio e avremo spolverizzato con pecorino grattugiato) condirli anche superficialmente con la salsa e spolverizzarli con altro pecorino.

culurgiones ricchi di salsa come piacciono a me..ma non si vedono tanto bene....
qui si vedono meglio:))

domenica 13 marzo 2016

Avviso rivolto a tutte le amiche che mi seguono: il blog chiude due settimane


In quanto domani partirò in Sardegna dai miei e mi tratterrò quindici giorni.
In quest'arco di tempo, non avendo la possibilità di accedere ad internet, non potrò lasciare commenti nei vostri blog nè pubblicare ricette...
dal momento che non abbiamo la possibilità di sentirci faccio (in anticipo) a tutte i miei migliori e più sinceri auguri per una felice e serena Pasqua:))).
Un abbraccio e un bacione, ci sentiamo al mio rientro e grazie ancora per tutto l'affetto e la gentilezza che mi mostrate attraverso i vostri commenti:)))

mercoledì 2 marzo 2016

Torta di mele







Una torta di mele semplice ma veramente buonissima. Da anni sono solita farla e non posso che consigliarvela vivamente in quanto presenta diversi vantaggi: 1) è veramente  soffice 2) la presenza delle mele non è tantissima e questo rende la consistenza interna dell'impasto ben cotta e non si ha assolutamente l'impressione di impasto crudo....  al tempo stesso questo non è troppo asciutto e neanche troppo umido ma perfetto, soffice davvero!!
La ricetta proviene da una collega di mia madre, vi avevo accennato in uno degli ultimi post che nel suo ambiente di lavoro (privo di qualsiasi attinenza con il mondo culinario) aveva colleghe e anche colleghi appassionati\e di cucina che le hanno passato ricette semplici ma meritevoli di essere condivise in quanto davvero ottime. Tra queste figura la torta che mi accingo a postare, buonissima....so che in tutti i blog vi sono innumerevoli versioni di torte di mele, magari più elaborate di questa, davvero semplicissima......eppure il risultato ottimo mi ha indotta a condividere la ricetta:)).

Ingredienti (dose per una tortiera del diametro di 24 cm)

200 gr di farina 00
100 gr di zucchero semolato
3 uova grandissime XL
3 mele golden medie tendenti un pò al grande (io ne ho utilizzato una e mezzo all'interno dell'impasto, ridotta a dadini, l'altra mezza più quella intera le ho disposte a fette in superficie)
70 gr di burro fuso e fatto raffreddare
scorza grattugiata di limoni gialli tassativamente non trattati (io ne ho utilizzato 6 medi in quanto erano stati raccolti da una settimana ma se dovreste averli appena raccolti dall'albero vanno bene anche tre limoni grandi)
1 bustina di lievito Bertolini o Pane Angeli per dolci


Innanzitutto tenere le uova almeno due ore fuori dal frigo in modo che al momento dell'utilizzo possano essere a temperatura ambiente.
Sgusciarle in una terrina e sbatterle insieme allo zucchero con 'ausilio di una frusta manuale, non tantissimo, solo il tempo necessario ad amalgamare i due ingredienti.


Unire poco per volta la farina (facendola cadere attraverso un colino o setaccino per evitare grumi) alternata al burro precedentemente fuso in un pentolino e poi fatto raffreddare...


Aggiungere anche la scorza grattugiata dei limoni...


Infine unire il lievito, fatto cadere attraverso il colino o setaccino per evitare grumi e uniformemente in tutta la superficie, non solo in una parte di essa...
A questo punto aggiungere le mele ridotte a dadini e amalgamarle perfettamente all'impasto..io ho iniziato a tagliarle dopo aver aggiunto la scorza grattugiata dei limoni, appena prima del lievito...


Versare l'impasto in una teglia del diametro di 24 cm (la mia era a cerniera e ve la consiglio) precedentemente imburrata e infarinata e cercare di livellarlo perfettamente con il dorso di un cucchiaio o come meglio preferite..
Tagliare l'altra mela e mezzo a fette tendenzialmente sottili e disporle in superficie come in foto accavallandole leggermente come normalmente si fa anche per la crostata di mele...in questo modo le faremo anche affondare leggermente nell'impasto...


Cuocere in forno preriscaldato a 180° funzione statica, disponendo la griglia a metà altezza, per 50 minuti.
Appena sfornata farla raffreddare bene, sformarla e cospargerla di zucchero a velo (se volete, è facoltativo)..



Ecco le foto della fetta che spero possano rendere l'idea della consistenza interna soffice e dell'impasto ben cotto come avevo accennato ad apertura del post....



Anche se l'idea non viene resa vi posso garantire, assicurare, quanto scritto a proposito!! Una torta di una semplicità estrema, quasi imbarazzante ma veramente buonissima e dalla consistenza interna perfetta, soffice e ben cotta senza che vi sia l'impressione di impasto crudo, io ho utilizzato all'interno una mela e mezzo e secondo me era perfetta, se volete potete utilizzarne anche solo una ma non più di una e mezzo:)))

Se vi interessa riporto i link di altri dolci con le mele che ho postato nel blog, basta cliccare sopra il titolo;)

Torta di mele morbidissima
Crostata di mele
Dolce di mele e pere